Capitolo 4

Scrivi lettere?
Scrivi lunghe lettere?

 

Estrelica ha scritto.

Non voglio vedere Avalon ora, né Glastonbury, o qualsiasi nome abbia in questo momento, perché mai vorrò partire. Forse tra vent’anni quando avrò visto tutto, ma ho appena fatto saldare un vecchio orecchino d’argento a uncino sul mio San Cristoforo + l’ho fatto baciare dalla nonna, quindi…

Vacci tu per me, antica canaglia. Non fare fotografie, non mandarmi cartoline, porta solo questa ciglia + gettala vicino all’acqua che possa trovarla un giorno. Tra l’altro, prima che arrivi lì avrò forse dimenticato il posto + sarò probabilmente in strada col dito fuori a chiedere un passaggio da Holyhead a Bournemouth o a qualche altro luogo altrettanto pieno di vita + mi lasceranno lì al calar della notte con nient’altro che una formula da bambina + una salvietta da tè per gonna + m’imbatterò in un segnale che dice ‘Stai entrando ad Avalon’. Morirò allora + là. Inoltre, legalmente devono correre cinque anni prima che possa tornare in quella parte dello stato per quello stronzo che ho colpito con la bottiglia di birra marron scuro.

Guarda tutto per me, Doveboy. Guarda quando sei in casa. Nel momento in cui baci tutto per separartene + svegliati da solo. Quando la vedi passare con gli occhi a terra, pensa a qualcuno che riconosci + non fare alcun rumore. Capisci, sono incastrata qui nell’arenaria rossastra, quella sulla quale ci siamo arrampicati + percorso in largo l’anno scorso. Non mi preoccupo più delle tue emicranie né dell'acqua della pioggia che portavi su di te gocciolante dal barile di vino di tuo padre dietro al quale sempre ci sdraiavamo + facendo finta fosse l’odore dell’Antartide + le ultime volontà le lasceremo dietro di noi.

Il ragazzino della porta accanto mi sta lavando la macchina per un paio di dollari. Ti piacerebbe ora, la radio un funziona più + di notte a volte penso di riuscire a sentire le anatre. Sua madre sta vendendo ciò che non le serve sotto casa. Non lo ha ancora iscritto a scuola. Mi ha insegnato come tenere i soldi nei calzini + dice che oggi è il suo compleanno.

Ho ancora le tue cipolline in un vaso per sottaceti + Valerie mi ha dato delle dracme per la Grecia per quando + se + come + perché porti le mie ossa a Creta. Sì, un qualche giorno ci perderemo nei cerchi di Amsterdam, Barcellona + Lisbona, naturalmente, + infileremo una bottiglietta di gin nella cartella + ruberemo il cavallo dell’ammiraglio.

Non riesco a fumare le sigarette alla menta in questo periodo, sono circondata da troppi fumatori. Ma ho finalmente trovato la Jolly Roger in un mercatino delle pulci per una decina di dollari. Troppo, considerato che mi taglieranno il telefono uno di questi giorni, ma ho sempre e comunque preferito vedere la gente in faccia.

Ti meraviglieresti nell’udire quello che tutti dicono di te. Metà di loro se ne stanno seduti alle feste ricordandoti come a una veglia + l’altra metà pensa in effetti che spreco di tempo sia. E, naturalmente, piuttosto che rinnegarti tre volte, resto seduta + sorrido + immagino la risata farai quando ritornerai (se ritorni). La risata in-cerca-di-calore di un uomo che ha lasciato i suoi segreti in deserti di gioia + cacciato la sua cenere in bettole dove nessuno di noi mai metterà piede. Dove bazzicherai quando non sarai più con noi? Ci scommetto a Carrickfergus, ma Nick dice ad Aqaba.

Aaaah, J. Dove Dixon, tu davvero sei inventato. Tu che segui il cuore non assomigli a nulla di quello che vedo qui attorno. E’ come se ti fossi circondato di giardini da tè. Bene, ti manderò quello che ho. Tutto ciò che è mio eccetto quello con ‘Davenport Blues’, e per questo mi odierai per sempre, ma sarà qui per quando ritorni. Lo tengo sopra il radiolone così saprai sempre dove trovarlo. E se uno dei tuoi amici si azzarda a rubarmelo, la mangosta di vetro è storia. LEGGIMI LE LABBRA!!! A proposito, le labbra di chi stai leggendo in questi giorni? E non raccontarmi che te ne stai seduto a scrivere lettere perché detesto il postino ora come un caso di antrace. O stiamo parlando di pecore? Un fato ben mirabile per i tuoi giorni bucolici da vagabondo. No, questa non è la voce della gelosia, solo i borbottii di una gemella lasciata in disparte. Ma devo ammettere che mi sono messa abbastanza sulla difensiva per ciò che riguarda i tuoi commenti sulla dimessa + mite. Non che vi fosse nulla di biblicamente SBAGLIATO in quello che hai detto, ma ora ho semplicemente bisogno di più vita attorno a me. Voglio connettere i nei sulla schiena di qualcuno che abbia pochi ciuffi di peli sulle spalle + che mi paghi l’affitto, mi ami pazzamente + mi lasci in pace. In pace, dice lei, come la cinciallegra + la curva dei suoi seni.

C’è un giardino attorno a casa tua? Hai parlato di un’altalena, ma c’è un giardino con giacinti + cannella + gerani? Mentimi se devi. Voglio solo uno sguardo rapido di dove sei.

Continui a dire nelle tue lettere che mai sei stato così, che tutto questo è nuovo per te. Allora dimmi un po’ perché sembri così terribilmente comodo + riposi in pace? Cosa canti tra te quando vai a letto? Mandami la melodia. Tutto ciò che ho sono coinquilini con troppi lavori che non vedo mai. Non è che debba vedere qualcuno + voglio sottolineare che dato che ti stai divertendo tanto dovresti saper condividere con me. Ma un’anima compagna o due proprio ora sarebbe una donazione bene accetta. A dir il vero c’è stato un signore che mi ha messo le mani attorno alla vita circa una settimana fa, ma puzzava di bourbon, NON di Scotch, allora l’ho mandato per la sua strada.

Probabilmente ti chiederai perché questa lettera sia molto più lunga delle altre. Ebbene, la sto scrivendo nel bagno alle dieci di mattina. Ho scambiato l’orario con Monica che è in tribunale tutta la settimana così ho le mattinate libere. Appena sarò tutta raggrinzita mi metterò le scarpe da ginnastica + andrò a far colazione da qualche parte. Hai un’idea? E’ da un po’ che non vado da Eggscetera, o lo Swingside mi viene in mente ora. Ma ciò che mi intriga al momento è perché, quando s’immerge la testa + s’inarcano le sopracciglia, si odono dei rumori come una corrente elettrica che attraversa la testa? Devo forse supporre che siamo degli esseri fatti di elettricità che guizzano con un filo vivente pulsante energia? Penso di no. Penso che, infatti, ci sono degli ioni in quest’acqua che semplicemente non vanno d’accordo con il mio corpo.

Qualche pazzo ha lasciato il portone d’entrata aperto + una corrente d’aria si sta intrufolando ovunque, reputo quindi sia il tempo di fare colazione. Allora, stammi bene, Iena, che Sant’Elmo brucia per te, per non parlare della nuca + dell’ombelico di una giovane poco conosciuta, cautamente stordita + proprio fuori di testa, mentre si riavvolge i polmoni + sputa alle stelle se ti portano nient’altro che ostriche + birra. E vedrai tutto + un qualche giorno presto ti potrai fermare + stare pure con me. E i tuoi stivali, il tuo gesso + il tuo cuore semplice, lo so, ti accompagneranno.

Fallisci meglio

- Estrelica

 

Estrelica e Vic, Capitolo 5

Questo è un treno